E come regalo per i vostri figli, un Fondo pensione
Articolo di Francesca Silvestrini
Meglio del libretto di risparmio
Se per i tuoi figli e nipoti sei ancora fermo al libretto di risparmio allo 0,01% di rendimento annuo, è fondamentale che prosegui in questa lettura.
La lista dei vantaggi di aprire un fondo pensione per i figli o i nipoti è lunga e puoi riscontrarla ovunque anche semplicemente verificando su internet qualsiasi articolo del settore.
Pensare alla pensione integrativa per un figlio piccolo potrebbe sembrare prematuro, in realtà non lo è. Anzi, la previdenza integrativa non solo garantisce una rendita aggiuntiva alla pensione pubblica, ma anche un tesoretto al quale attingere in caso di difficoltà. Inoltre, iscrivendo un figlio a un fondo pensione, gli si regala una maggiore flessibilità, maggiori vantaggi fiscali e una concreta consapevolezza dell’importanza del risparmio di lungo periodo.
Non solo: gli stessi genitori potranno godere di vantaggi (fiscali, nello specifico) nell’immediato.
Quali sono i parametri da rispettare
- Non esiste un limite di età, quindi può essere attivato anche dal primo giorno di vita del figlio.
- Non esiste un limite di somme da versare ne’ un vincolo annuo, quindi massima flessibilità dei versamenti, una volta aperto.
- Il minore deve essere un soggetto fiscalmente a carico (quindi deve esserci un legame di parentela o affinità, così come definito dall’articolo 12 del TUIR e con un reddito complessivo inferiore ai 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili, che sale a 4.000 euro nel caso il beneficiario del fondo abbia meno di 24 anni).
I vantaggi per il minore /1
Vantaggi di convenienza fiscale e di flessibilità dei risparmi accantonati.
- Il minore comincia a maturare anni di partecipazione al sistema di previdenza complementare, che gli torneranno utili nel caso di prestazioni che richiedano particolare requisiti contributivi o, ancora, per l’abbattimento dell’aliquota finale per la tassazione delle prestazioni pensionistiche del fondo pensione, RITA e riscatti compresi.
Gli anni in cui il genitore versa i contributi e che saranno conteggiati come anni di permanenza, consentiranno di abbattere l’aliquota fiscale prevista sulla tassazione finale che, dal 15% massimo, può scendere fino al 9% in funzione proprio degli anni di permanenza nel fondo pensione (l’ammontare si riduce dello 0,3% per ogni anno di partecipazione alla forma pensionistica oltre il 15esimo per un massimo di 20 anni). - Nel momento in cui nostro figlio o nipote entrerà nel mondo del lavoro, potrà in piena autonomia decidere il proprio futuro previdenziale, decidendo sia la destinazione del proprio TFR sia se trasferire o meno a un altro fondo (o PIP) la posizione precedentemente maturata grazie ai versamenti del genitore. Destinando il TFR al fondo pensione potrà pagare un’aliquota compresa tra il 9% e il 15% (e sarà tanto più vicina al 9% quanto prima si comincerà), quindi più bassa rispetto all’aliquota con cui viene tassata la liquidazione lasciata in azienda, che nel migliore dei casi è pari alla normale tassazione sui redditi del 23%, ma può arrivare fino al 43%.
I vantaggi per il minore /2
Iniziare presto il fondo pensione a favore del figlio significa garantirgli di aver già superato i paletti della previdenza complementare.
Solo dopo 8 anni di permanenza nel fondo è infatti possibile:
- ritirare fino a un massimo del 75% del capitale per l’acquisto della prima casa per sé o per i figli o per la ristrutturazione della prima casa;
- ritirare fino a un massimo del 30% per qualunque altro motivo.
Per le spese sanitarie, invece, è possibile in qualsiasi momento chiedere fino a un massimo del 75%.
Anche in caso di difficoltà dovuta alla perdita del lavoro, il figlio o il nipote potrà richiedere il riscatto parziale o totale di quanto accumulato nel fondo pensione secondo quanto previsto dalle regole della previdenza complementare.
A questo si aggiunge la possibilità di anticipare il pensionamento fino a 10 anni con la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
Quindi alla maggiore età, anche se il figlio non potrà disporre liberamente di tutto il capitale maturato, se il fondo pensione è stato aperto presto, con molta probabilità, potrà aver già maturato gli 8 anni di permanenza e disporre del capitale secondo le regole della previdenza complementare in maniera libera (come se fossero stati nel famoso libretto di famiglia), garantendo anche ai genitori un vincolo su eventuali “sperperi” del capitale maturato se non per un uso per giuste cause.
I vantaggi per il minore /3
Inoltre, tra i vantaggi di convenienza fiscale e di flessibilità dei risparmi accantonati.
- Tassazione agevolata dei rendimenti dell’investimento (al 20% anziché al 26%)
- Tassazione agevolata degli accantonamenti.
Il Pip gode di base di una tassazione del 15%. Questo vuol dire che dopo 35 anni di partecipazione allo strumento pensionistico la tassazione sul reddito sarà del 9%. Questa tassazione vale anche in caso di anticipazione per motivi sanitari o in tutti i casi di riscatto stabiliti dalla legge (disoccupazione prolungata, invalidità, decesso, mobilità o cassa integrazione). In caso di anticipazione o di riscatto per altri motivi stabiliti per via contrattuale varrà invece una tassazione del 23%.
Vantaggi per i genitori
- Massimo della flessibilità: ogni anno puoi decidere se versare e quanto.
L’ampio tempo a disposizione e i benefici fiscali della previdenza integrativa permettono di accumulare un bel “tesoretto” per il futuro del bambino con un piccolo sforzo economico, anche con versamenti di 50 euro al mese, oppure versare delle somme non prestabilite quando uno vuole ed in caso di difficoltà economiche anche saltare anni di versamento. - Impignorabilità ed insequestrabilità
- Deducibilita’ fiscale
Chi versa contributi su fondi pensionistici o piani individuali a favore di familiari, può dedurre dalla propria dichiarazione fino a un massimo di 5.164,57 euro ogni anno. Dunque le cifre che si verseranno a favore di figli o altri parenti a carico concorreranno ad abbattere la base imponibile sulla quale verrà poi calcolata l’imposta.
Versando ad esempio 100 euro al mese (1.200 euro annuì), con un reddito di 30.000 euro, l’imponibile sarà (al netto di altre cifre da dedurre) di 28.800 euro. L’IRPEF da pagare, dunque, verrà calcolato basandosi su questa cifra e non sul totale della propria retribuzione netta annuale, con un risparmio anche di alcune centinaia di euro.
Se versi il massimo deducibile di 5.164,57 euro e hai 70.000 euro di stipendio lordo, risparmi ben 2.117 euro di tasse ogni anno, pari al 41% di quanto versato.
Se anche però, versi 100 euro mensili e hai uno stipendio di 20.000, il risparmio è comunque del 27% (per ogni 100 euro versati, ne risparmi 27 in tasse).
Comparto di gestione
Il comparto di gestione consigliato solitamente dagli specialisti del settore per la previdenza completare con beneficiari bambini o ragazzi è in genere quello azionario, dato il lunghissimo orizzonte temporale a disposizione, perché gli investimenti in titoli azionari danno statisticamente risultati maggiori rispetto a quelli obbligazionari sul lungo periodo. In ogni caso, la scelta se orientarsi su posizioni meno soggette a variazioni è sempre all’aderente.
Oltre ai vantaggi fiscali per chi versa, nel caso di versamenti per periodi molto lunghi si possono ottenere dei buoni risultati in termini di rendimento anche con piccole somme.